Risposta sismica locale

13 mar 2019


Notizia | Approfondimento

(13.03.2019) Risposta sismica locale. Per la Risposta sismica locale, recenti sviluppi normativi per la zona della Ricostruzione hanno condotto all'elaborazione di un aggiornamento di PCM 2019 finalizzato ad una corretta applicazione della procedura di analisi e verifica con spettri da microzonazione, con particolare attenzione agli edifici esistenti.
Il riferimento normativo è l'Ordinanza 55 del 24 aprile 2018, in download da questo link.

Seguendo le indicazioni normative, gli spettri di risposta ottenuti dagli studi di Microzonazione Sismica di livello 3 possono essere ricondotti alla forma standard coerente con le NTC2018, costituita da un ramo con accelerazione crescente lineare, un ramo ad accelerazione costante, un ramo in cui l'accelerazione decresce con (1/T) e, quindi, a velocità costante.
Alla fine di questa procedura di regolarizzazione, sono disponibili tutti i parametri di spettro richiesti dalle NTC per la verifica delle costruzioni.
Se lo spettro fornito dalla microzonazione è corrispondente a SLV, può quindi essere direttamente utilizzato per determinare se la verifica dell'edificio per SLV sia soddisfatta o meno.

Per quanto riguarda gli edifici esistenti, la valutazione dello stato di fatto e la progettazione degli interventi richiedono la valutazione dell'indicatore di rischio sismico ζE, ossia del rapporto tra capacità e domanda (ciò indipendentemente dall'analisi, lineare o non).
La capacità corrisponde alla massima azione sismica in input che l'edificio è in grado di sostenere. Per determinarla, occorre instaurare un processo iterativo, fondato sulla variazione del periodo di ritorno TR, finalizzato a centrare il valore di TR cui corrispondono parametri di spettro (ag, Fo, TC* e derivati) tali da identificare una domanda uguale alla capacità, cioè la soglia di PGA sopra la quale la verifica di sicurezza non è più soddisfatta.
Il processo iterativo descritto richiede la conoscenza dei parametri di spettro per diversi periodi di ritorno. Il reticolo sismico di Normativa fornisce 9 valori compresi fra 30 e 2475 anni  (30, 50, 72, 101, 140, 201, 475, 975, 2475), e per TR<30 si possono usare formulazioni note che legano ag a TR (il che è molto importante per le strutture esistenti ad alta vulnerabilità, per le quali lo stato attuale è spesso caratterizzato da valori bassi della capacità in termini di PGA, con capacità in termini di periodi di ritorno talvolta inferiore a 30 anni). 
Quando si utilizzano spettri da microzonazioneognuno di essi corrisponde ad un determinato periodo di ritorno, riferendosi allo stato limite corrispondente (ad. es. TR=475 anni per spettro da microzonazione per SLV)

La fornitura di un solo spettro non è sufficiente per calcolare un indicatore di rischio completamente coerente con gli scopi della microzonazione: sarebbero necessarie le triplette (ag, Fo, TC*) per tutti i valori notevoli di TR. Qualora siano forniti più spettri da microzonazione, riferiti quindi a più valori di TR (ad esempio per gli stati limite SLD e SLV), saranno disponibili più di una tripletta (due nel caso gli spettri siano SLD e SLV). 
In ogni caso, se non si dispone dei parametri di spettro per tutti i TR notevoli, sono proponibili procedure che comparando i valori dei parametri forniti dalla microzonazione con quelli corrispondenti alla legge di variazione in funzione di TR, conducono a 'coprire' con i parametri di spettro tutti i valori di TR e consentono quindi lo svolgimento della procedura iterativa per l'elaborazione dell'indicatore di rischio sismico.

A partire dalla versione di aggiornamento PCM 2019.1.2, le nuove funzionalità dedicate alla Risposta Sismica Locale consentono l'applicazione degli spettri da microzonazione sismica di livello 3 conformemente alla Normativa vigente (NTC 2018 e Ordinanza 55 del 28.4.2018), non solo ai fini delle verifiche di sicurezza per gli stati limite corrispondenti agli spettri forniti ma anche per l'elaborazione dell'indicatore di rischio ζE, fondamentale per la classificazione degli interventi sugli edifici esistenti.
La procedura viene descritta nel cap. 10 del Manuale di aggiornamento di PCM 2019.